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pongono alla germinazione la quale ha in sè tutti gli elementi necessarij di sviluppo. L’acido carbonico sviluppato dall’alterazione di questa, certamente non serve tutto ad elaborare la massa cotiledonare, poichè le radicette ne emettono in buona quantità. Per accertarsi di questo fenomeno basta far germinare dei semi sotto una campana capovolta sul mercurio: dopo alcun tempo l’aria si trova contenere una quantità maggiore d’acido carbonico.

Noi finora abbiamo considerata la germinazione senza il concorso del terreno: ma quando avviene nelle normali condizioni, cioè in contatto de’ materiali terrestri, mostra alcune differenze, nè più si possono distinguere le due epoche fisiologiche di germinazione e di germogliamento. L’epoca di germogliamento ha principio nel momento in cui l’embrione, abbastanza sviluppato nelle prime fogliette e radicette, trovandosi nel terreno, comincia ad elaborarne i materiali, manifestando un’azione propria. Da questo istante il nuovo vegetale cessa d’essere embrione, ed acquista il grado di pianta; rappresenta insomma il pulcino uscito dall’uovo.

Berti-Pichat chiama germogliamento il primo stadio che io dissi germinazione, e sviluppamento germinativo il secondo da me detto germogliamento. Io non posso adottare le denominazioni di quell’autore, per non togliere alla parola germoglio il significato attribuitogli durante la vegetazione.

Dissi che la germinazione quando avviene nel terreno non può essere distinta precisamente poichè, quando l’embrione, sviluppate le foglie, comincia ad elaborare i materiali terrestri colle proprie radicette, cessa il consumo della massa cotiledonare, rimanendone una porzione tanto maggiore quanto più presto incominciò a nutrirsi con materiali esterni.

A che serviva dunque lo svolgimento e l’emissione