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geno, e per mezzo dell’opportuno grado di temperatura ed umidità, accompagnato dall’oscurità o da luce poco intensa. Nell’embrione animale e nell’embrione vegetale, trovasi quella sostanza che, nelle opportune condizioni d’incubamento, riceve il primo impulso vitale od alterazione, per la quale viene mano mano convertita a suo prò tutta la sostanza dell’uovo o della massa cotiledonare. La massa cotiledonare serve adunque a mantenere l’embrione nei primi momenti della vita, convertendo in fusticino, fogliette e radicette le proprie sostanze organiche ed inorganiche, per mezzo delle annunciate chimiche modificazioni; è un alimento di scorta per l’embrione, finchè non abbia foglie o non trovi terreno da elaborare.

Quando si pongano a germinare, senza il concorso del terreno, più semi della stessa specie, o di composizione chimica pressochè identica, avviene che quelli i quali non possono germinare, per qualche condizione sfavorevole, servono di alimento alle radici dei semi germinati, come risulta dai qui uniti esperimenti del dottor Augusto Trinchinetti, inseriti in una Memoria premiata dall’Istituto Lombardo nel 1843, e riportati dal Cossa.

Mise su di un piatto di porcellana uno strato di lenti alto tre linee circa e tenuto sempre umettato con acqua; dopo pochi giorni alcune lenti germinarono e dopo breve tempo i loro fusti acquistarono l’altezza di un mezzo piede. Dopo tre settimane osservò che molte lenti non germinate erano putrefatte e che tra queste alcune erano attaccate alle radici di altre lenti. Facendo bene attenzione come vi stassero unite scorse che le radicette vi serpeggiavano sopra e mandavano dei piccoli prolungamenti laterali che penetravano nel parenchima corrotto nei punti ove trovavano qualche soluzione di continuità nell’involucro seminale, rilevando anche che le lenti penetrate erano quasi tutte più piccole delle altre. Successivamente in un vaso ove crescevano due pianticelle di zinnia rosea pose molti semi di veccia