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reno le sostanze necessarie alla vegetazione delle piante. Anche Knight negò assolutamente alla spongiuola un potere assorbente considerandola come una parte non perfettamente organizzata e destinata solamente all’ulteriore sviluppo delle radici stesse e perciò inetta a succhiare dal suolo e trasmettere alcuna specie di fluido per il servizio delle altre parti del vegetabile. — Tra noi il canonico Bellani1 enunciò per il primo l’importanza di risolvere questa questione, e forte dell’autorità dei sullodati autori e di quella ancora di Liebig non volle si concedesse alla spongiuola il carattere essenziale di organo assorbente. L’onore d’avere più d’ogni altro rischiarato questo punto oscuro della fisiologia botanica spetta al professore Guglielmo Gasparini2, il quale dopo avere accuratamente studiato la struttura e la funzione dei peli radicali, che egli chiama succiatori, ammette che nella generalità delle piante le spongiuole assorbono poco o nulla e che gran parte dell’umore necessario alla vegetazione viene assorbito dai succiatori. Onde assicurarsi che questa opinione è quella che più delle altre s’accosta più al vero basta il riflettere in primo luogo che questi peli radicali o succiatori nelle epatiche ed in altri vegetabili di ordine inferiore rappresentano soli l’organo descendente ed assorbente; secondariamente riflettasi che ritenendo le spongiuole per i soli organi assorbenti non vi può essere corrispondenza tra l’estensione della superficie succhiante e la quantità dell’umore e la celerità colla quale questo viene assorbito; mentre nei peli radicali l’ampiezza della superficie che rappresentano, il loro gran numero, la loro sottigliezza tubulare e la permeabilità delle loro membrane possono solamente dare una ragione sufficiente così della quantità delle materie passate nelle radici come della celerità con cui succede l’assorbimento.
Da questa citazione risulta che l’estremità conica verdeggiante, detta spongiuola, non sarebbe altro che l’estremità del germoglio radice, ed i peli, che ne rico-