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considerare un organo interno, ma aperto. Ma nelle piante le escrezioni si vorrebbero far derivare da’ materiali già assimilati; ed alle foglie, oltre alla facoltà respiratoria, si sarebbe attribuita anche la facoltà digerente, quella cioè di elaborare il nutrimento, separando le parti utili dalle inutili, e di preparare le escrezioni, le quali, per canali ignoti, unitamente al sugo plastico nutritivo, discenderebbero fino alle estreme radici. Alle foglie adunque due funzioni fisiologiche d’un ordine superiore, alle radici una sola semplicissima fisica, l’assorbimento. L’estremità tenera delle radici è incaricata dell’assorbimento dell’umidità e dell’elaborazione o succhiamento de’ materiali. Queste due funzioni non sembrano effettuarsi entrambe, pel medesimo organo, ma per due organi affatto distinti di forma e posizione. Ciononpertanto i fisiologi finora, non avendo distinto assorbimento da succhiamento od elaborazione, non pensarono a localizzare diversamente queste due funzioni, nè ad attribuir loro organi distinti. Anzi, siccome le estremità tenere delle radici si presentano per una certa tratta rivestite di peli esilissimi, di figura tubulare, terminanti all’apice con un rigonfiamento conico verdeggiante, ora a questo rigonfiamento ed ora ai peli si attribuì la facoltà di assorbire il nutrimento previamente disciolto nel terreno. A tal uopo mi piace citare quanto da ultimo scrisse il dottor Alfonso Cossa1 nella sua dotta Memoria sull’assorbimento delle radici.

La maggior parte degli autori, è detto in quella Memoria, opinarono che esso si facesse esclusivamente in massima parte dalla spongiuola ossia dalla estremità conica verdeggiante colla quale terminano le giovani radichette. Da questa opinione si scostarono Ohlert, Link e Schat affermando essere la parte giovine delle radici, ricoperta di peli e di epitelio quella che assorbe dal ter-

  1. Sull’assorbimento delle radici; considerazioni e ricerche del dottor Alfonso Cossa.