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necessarie alla loro normale composizione, queste le si veggono variare, se non intieramente nella qualità, almeno in modo assai evidente nelle proporzioni. Per quanto ci mostra la vegetazione spontanea del suolo, diversa a norma della varietà chimica de’ suoi componenti, la rotazione naturale ed artificiale delle piante sullo stesso spazio di terreno, nonchè la diversa azione dello stesso concime sulle diverse piante, o dei diversi concimi sulla stessa pianta, viene necessariamente ad essere distrutta la maggiore importanza che si volesse attribuire ad un solo materiale, sia desso combustibile organico, oppure incombustibile inorganico. La pratica, infatti, fece già tali distinzioni che toglierebbero l’esclusiva importanza d’uno qualunque fra i materiali che possono entrare a far parte dell’organismo vegetale. I terreni per la loro intrinseca qualità chimica, si sono distinti in terreni da frumento o da cereali, in terreni da viti o da gelso, in terreni da prato, ortaggi e produzione erbacea in genere. Le piante si distinsero in piante a potassa, a silice, a calce, ecc. secondo il materiale inorganico in esse dominante. Ma non basta. Perfino la stessa pianta, classificata a silice, a calce od a potassa, ora vuol l’uno ed ora l’altro di questi materiali, a norma del suo stadio di sviluppo, ossia della qualità degli organi che sta formando. — Tutto adunque teoricamente e praticamente, indica l’assurdità di dare ad una speciale sostanza una supremazia sulla vegetazione. Ma l’uomo in ogni cosa vuol creare un principe, un’anima; un non so che di preponderante sul resto, e tutto ciò per pensare il meno possibile. — Vediamo se questa sostanza possiamo trovarla. — Sarà dessa fra i materiali inorganici, incombustibili, terrestri, oppure fra gli organici, combustibili, atmosferici?
Le piante non vegetano senza il concorso degli uni e degli altri, e sembra che s’accoppiino al loro ingresso nell’organismo vegetale: i fosfati vogliono l’azoto; e la