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terreno mediocremente argilloso, siamo quasi certi di fare con successo almeno due altre coltivazioni di cereali senza bisogno di concime.

Pertanto non ebbe torto Liebig nell’insistere sulla necessità di rifornire il terreno dei principj minerali od inorganici, poichè all’acido carbonico, all’ossigeno, all’idrogeno, ed anche all’azoto vi pensava l’atmosfera e l’umidità.

Da ultimo, le recenti sperienze del Boussingault provano come la sola analisi chimica non basti a giudicare della fertilità delle terre, poichè vi ha dell’azoto il quale ci si appalesa coll’analisi, ma che nel terreno si trova in combinazioni ch’ei chiama inerti, e che io dico non ancor tali da essere elaborate dalle radici. Si dosi, per esempio, l’azoto d’una terra ricca d’allumina e di protossido di ferro cui sia stata aggiunta gran copia di concime azotato e che non abbia ancor risentito l’influenza prolungata dell’aria, e vedrassi che il risultato dell’analisi è ben lungi dal rappresentarci l’effetto pratico di una coltivazione qualunque. — Ripeto adunque che le analisi chimiche e le osservazioni microscopiche devono sempre essere precedute e susseguite da osservazioni sintetiche, devono cioè essere convalidate da viste od osservazioni più complesse, fatte sopra la più larga scala naturale.


§ 24. Memoria di P. Thenard, sulle condizioni di fertilità delle terre.

Importante mi sembra una lettera di P. Thenard, indirizzata all’Accademia delle scienze in Parigi (Institut. 2, mars 1859), sulle condizioni di fertilità delle terre, poichè da essa risulta essere stato l’autore in cognizione di quanto aveva detto il Liebig. Di questa lettera io ripor-