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Infiniti baci, i quali foauiflìmi dalle noftre dold’labbia alle luefono flati offerti: &’ per* queiTaporofi abbracciamenti, che egli ha da noi riceutital volta più cari, che fenzaaltro indugiò, per a noi fare cofa gratiflima,da ftioi alteri féggi difcenda: &con qualla celeftial forza, che dal fuo poderofo braccio deriua, contra, qualunque prefumefle temerario di contradire, le ragguardeuoli bellezze della da noi amata Donna difenda. Senza più dimorare l’alato fanciullo con tanta preftezzaco* minciò à muouerc per l’aria i veloci carri, che Toltoli a gli occhi materni: a’celeftiali regni fi conditile. Fallati in vn tempo quelli della tri forme Dea, & di Mercurio, e lotto lafciati quelli della madre,& del Sole,al Dio delle bar taglie arriuando la’mbafciatagli clpofe. Mentre quello fi faceua, la bella Cithereaj come caldaamantedella mirabile Città, che a fomiglianza di lei, nel mareinata fi vede; pesò di condurre nuouamentc alla {barra due Caualieri,i quali per la bellezza delle Venetia ne Donne la pugna prendefl’ero. E tolto vn nicchio Marino molto grande; legate à quello le colembevlate tiratrici delle lue carità: falità infieme col Dio d’amore fopra quello: efalarido continuamente d’inrorno amorofe fiamme; dopo l’Aliano Cauatiero vn’altra voi ta nel teatro comparue. Quiui fece ella parimente-la fucina dello Zoppò marito affiliò tiuélatore de Tuoi legreti apparire,