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del territorio di Lecco non differiscono da quelli dei Valsassinesi, se non per quell’influsso che vi ha esercitato in questi ultimi anni il commercio. Solo non vi troveremo quella copia di uomini i insigni, di cui a buon dritto si vanta la Valsassina.

Ignoransi i costumi, la religione, le arti degli Orobii; ma probabilmente esercitarono essi la caccia, la pastorizia e la pesca. Anzi vuolsi che i nomi di robiola e robiolino, che vien dato a due sorti di cacio che si fanno in Valsassina ed in alcune parti della Brianza, e che sono rinomate per la loro squisitezza, ricordino la vita pastorale di questi popoli1.

Ma qual’era lo stato fisico della Sassina e delle limitrofe valli in sì remoti secoli? Impossibile riesce il dire su ciò qualche cosa di asseverato, perchè nessuna memoria ci rimase, nè gli studî geologici hanno fatto tra noi quei progressi da supplire a questa mancanza2. Siami lecito però l’esporre alcune congetture.

Credono alcuni che la valle di Pioverna fosse nella più alta antichità un lago forse diviso in due al luogo detto Chiuso3, ed in appoggio di una tale opinione vengono l’inclinazione degli strati di arena cinerea e di ghiaje calcari e talcose osservate dal Vandelli, gli stringimenti della valle a Taceno, al Chiuso e presso a Cremeno, la corrispondenza infine e giacitura dei materiali, da cui si fa manifesto ch’essi erano altre volte in contatto, e quindi le acque dovevano esser rattenute e formare allagamento. Non saprebbesi dire fino a qual livello fosse il lago innalzato, ma doveva certamente occupar tutta la valle, ed, anzichè in due, esser diviso in tre porzioni come appare dai suaccennati tagliamenti. La prima e più estesa parte si doveva stendere da Taceno al Chiuso presso Introbbio, l’altra da questo luogo alle vicinanze di Ballisio, e la terza occupar doveva il basso territorio compreso fra Moggio e Cremeno. Il continuo e rabbioso rodimento delle acque, o qualche straordinario scuotimento della natura, come sembrano comprovare i grossi macigni divelti dalle montagne, e che quà e là ingombrano il piano della valle, avrà abbassato l’emissario in modo da farne sgorgare le acque e rimaner così la valle in asciutto.

Secondo altri, la valle di Varrone, ora stretta ed approfondita, era

  1. Redaelli, Op. cit., pag. 67. — Monti, Storia di Como, T. I, pag. 14.
  2. Appunto per supplire a questa mancanza, l’egregio Prof. A. Stoppani ci ha favorito per questa nuova edizione un’Appedice Geologica sulla Valsassina.

    (Nota degli Editori).

  3. Vandelli Domenico, Saggio di Storia Naturale del Lago di Como e della Valsassina, manoscritto che doveva essere pubblicato nello scorso secolo a spese del Governo, e di cui si trova una copia nel Gabinetto dell’I. R. Istituto di Scienze, Lettere ed Arti in Milano, ed un’altra nella Biblioteca dell’I. R. Università di Pavia. — Vedi anche Amoretti Carlo, Viaggi ai tre laghi, pag. 84. — Redaelli, Op. cit., pag: 68. — Les curiosités de la Ville de Milan et des ses environs, pag. 53. — Cantù Ignazio, Vicende delle Brianza, T. I, pag. 19.