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per nuove colonie che continuamente calavano dalle valli, che fondò grossi borghi e città popolosissime1.

Pare certo che i popoli, i quali in tale stato di cose e in tali tempi abitassero le valli Sassina, Averara e Taleggio, non che i distretti di Bellano e Lecco fossero gli Orobii, poichè Plinio, dietro l’autorità di Catone il Censore, dice che Como, Bergamo, Liciniforo, Barra ed i luoghi all’intorno, erano di stirpe orobica2. Ma chi fossero questi Orobii, d’onde traessero origine3, quali veramente fossero i confini del territorio da essi occupato, tutto ciò è oscuro e tenebroso, nè le fatiche degli eruditi valsero finora a rischiararlo. Questo è certo però che gli Orobii furono anteriori agli Etruschi, i quali si credon fra i primi ad abitar l’Italia, e che questi dintorni eran possedimenti orobici4.

Gli storici vanno poi tutti d’accordo nel dire che la memoria degli Orobii è rimasta non solo nella tradizione orale, ma nel nome eziandio di alcuni luoghi posti nei territorî indicati da Plinio; e sono la collina Orobii presso il monte Orsa, Oribbio nella valle Capriasca, Valmarobbia presso Bellinzona, Robbiano, Robiate e monte Orobio in Brianza, e finalmente Introbio o Introbbio, posto quasi nel mezzo della Valsassina, il qual nome altro non sembra che risuoni se non inter Orobios, cioè paese collocato fra gli Orobii5.

Si è fra gli archeologi lungamente conteso intorno alle situazioni, ove sorgevano le due città orobiche di Liciniforo e Barra rammentate da Plinio. Riguardo a Barra, ora però gli eruditi si accordano nel dire

che giacesse sul monte Barro; ma non si accordano egualmente intorno a Liciniforo. Pretendono alcuni che fosse ad Angera6, altri a Barlas-

  1. Osservano gli statistici che i popoli della pianura e delle città, vivendo nell’abbondanza e quindi nell’ozio e nella morbidezza, che sono contrari alla virtù ed alla moltiplicazione della specie, andrebbero sempre diminuendo di numero, se i monticoli, più robusti e fecondi per l’aria salubre che respirano e per la vita attiva che menano, non fossero costretti per scarseua dei viveri a scendere al basso. Così si mantiene l’equilibrio.
  2. Hist. Nat., lib. III, cap. 17.
  3. Alcuni li vollero Greci, dietro l’etimologia del nome, poichè oros significa monte, e bios vita.
  4. Sub lacu Lario et ad Adduam fluvium et ultra illum Orobii fuerunt. Cellario Cristoforo, Notitia orbis antiqui, T. I, p. 544.
  5. «La valle al distretto di Bergamo confinante (dello Stato di Milano nondimeno) anticamente chiamossi Orobia, oggi, dalla moltitudine dei sassi, Sassina (nostra patria), e ne farebbero fede le due principali terre che si trovano all’ingresso a quella, dalla parte della munitissima fortezza di Lecco...... chiamate Vallabj, quasi valles Orobiorum, cioè luoghi degli Orobii, e quella che tra le altre è la principale in riguardo al Magistrato che ordinariamente vi risiede, e si chiama Introbio, quasi inter Orobios; così nelle sue Istorie manoscritte acutamente considerò il dottissimo protonotario apostolico Mons. Paride, uno dei Conti Della Torre, originari di questa valle, che furon Signori di Milano, ecc.» Ormanico Pier Paolo, Considerazioni sopra alcune memoria della religione antica dei Camuli, pag. 65. — Vedi anche Cavazio della Somaglia, Descrizione dello Stato di Milano, pag. 35. — Redaelli Carlo, Notizie istoriche della Brianza, del distretto di Lecco e della Valsassina, pag. 32. — Annoni Carlo, Memoria storico-archeologica intorno al Piano d’Erba, pag. 13. — Monti Maurizio, Storia di Como, T. I, pag. 43. — Rampoldi G.B., Corografia dell’Italia, alla voce Introbio.
  6. Tab. Chorog. Ital., n. 67.