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IL POPOLO A CARLO ALBERTO
(Genova, Settembre 1848)
Alberto, discendi dal soglio regale,
Chè il grido del popol tant’alto non sale;
T’invola agl’incensi d’un stuolo codardo
Che bacia il tuo scettro che lambe il tuo piè;
Con fronte severa, con libero sguardo
Il popolo s’alza e parla al suo Re.
Alberto, rispondi! — Ti passa davanti
Immensa una torba di poveri erranti;
Ed essi che un giorno festosi, ridenti,
Spargeano i tuoi passi di canti e di fior,
Perchè ti sogguardan pensosi, silenti
Col ghigno sul labro, coll’ira nel cor?2
- ↑ Anche questa poesia fu declamata a benefizio di Venezia nell’Arena dell’Acquassola. — L’autore, più che i propri sentimenti, tenta ritrarre la pubblica opinione di que’ giornì divisa in due diverse correnti, favorevole l’una avversa l’altra a Re Carl'Alberto. — I successivi avvenimenti restituirono all’illustre e sventurato principe l’affetto e la venerazione di tutta l’Italia.-
- ↑ I volontari delle varie provincie d’Italia che si trovavano nel territorio Piemontese furono obbligati a depositar le loro armi.