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capitolo xviii 93

     La cittá il nome e ’l loco mutò anco;
e fo Flamminea Foligno nomata,
perché l’antichitá sempre vien manco.
     Ed in quel loco anch’è la strada lata,
la via Flamminea ed or detta Fiammegna:
105cosí da’ patriotti ora è chiamata.
     Da questo Tros vien la progenie degna
de’ troian Trinci, ed indi è casa Trincia,
che anco ivi dimora ed ivi regna.
     E costui anco tutta la provincia
110Asia cosí chiamò dall’Asia grande,
com’uom che nuovo regno a far comincia.
     E, se certezza di questo domande,
quivi è ’l monte Soprasia cosí detto,
che sopra a quella patria piú si spande.
     115Da questo scese il prence, a cui subbietto
amor t’ha fatto e l’influenzia mia,
quando prima spirò nel tuo intelletto.
     Come andò Paulo alla man d’Anania,
al magnanimo torna, che detto aggio,
120ove mai porte serra cortesia.—
     Andai al mio signor cortese e saggio;
e come alcun domanda ond’altri vène,
cosí mi domandò del mio viaggio.
     Risposi a lui:— Seguíto ho vana spene
125del rio Cupido, ed egli mi condosse
tra selve e boschi con acerbe pene.
     Ivi saría smarrito, se non fosse
che una donna venne a me davanti,
ed ella a te tornar anco mi mosse.—
     130E poscia che gl’inganni tutti quanti
gli dissi di Cupido, e come foi
con lui tra’ boschi per diversi canti,
     di dea Minerva gli ragionai poi
e come m’invitò e fui richiesto
135ch’andassi seco alli reami suoi,