Da quella selva tanto errante e storta 65mi pose nella via, la qual conduce
dov’è della virtú la prima porta.
Ivi parlommi e disse la mia luce:
— Per questa via ritroverai Topino,
che ad onta il trapassò il grande duce. 70E dietro al tuo signor movi il cammino
(per U e go, e per quel nominollo,
ch’a Pier fu nel papato piú vicino).
A lui e a’ suoi passati il grande Apollo
diede per segno due mezzi destrieri 75con redini vermiglie intorno al collo,
in campo bianco, a teste vòlte, e neri;
ed a’ suoi descendenti il fiero Marte
per gran virtú promesso ha fargli interi.
Come si trova nell’antiche carte, 80di Tros di Troia un suo nepote scese,
detto anche Tros e venne in quella parte
ad abitare in quel nobil paese,
ove il Topino e la Timia corre:
tanto l’amor di quel bel loco il prese. 85E Troia dal suo nome fece porre,
chiamato or Trieve, ché antico idioma
si rinovella e mutando trascorre,
tanto che Persia Perugia si noma,
e Spello in prima fu chiamato Specchio: 90cosí un vocabol su nell’altro toma.
E questo Tros poi in quel tempo vecchio,
Flamminea pose al nome della stella,
che a battaglie influir non ha parecchio.
Flamminea chiamò la cittá bella, 95ché «flammeo» è chiamato Marte fèro:
cosí l’astrologia ancor l’appella;
ché Marte avea promesso far intero
il segno de’ cavalli in campo bianco:
però cosí nomarla ebbe pensiero.