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76 libro primo

     ché, quando contra il ciel funno i giganti,
seguîro il padre, e le colpe paterne
30spesso tornano a’ figli in duri pianti.
     Però gl’inchiuse Dio tra le caverne,
ed Eolo diede a lor, che gli apre e serra
e che sotto suo impero li governe.
     Se ciò non fosse, l’aere e la terra
35subbissarieno ed in ogni contrada
farian grande ruina e grande guerra.
     Panfia ho nome, e la dea della biada
alla figlia Proserpina mi manda;
e spesse volte vuol che a lei io vada.
     40E coglio questi fior, ch’una grillanda
gli vo’ portar, ché delli fior che colse
gli sovvien anco, e però me ’n domanda,
     quando Cupido con sue fiere polse
ferí ’l disamorato infernal Pluto,
45allor ch’a Ceres la figliola tolse.
     Ma tu chi se’ e come se’ venuto
cosí soletto in questa valle alpestra?
Vai vagabondo o hai ’l cammin perduto?—
     Ed io a lei:— Venus è mia maestra;
50seco mi guida al loco, ov’ella regna,
e per darmi conforto ella mi addestra.
     Ed ha concesso a me ch’io a te vegna;
o ninfa bella, prego mi contenti;
e quel che ti domando, ora m’insegna.
     55Dimmi ove stanno e donde son li venti,
ché, quando scendi all’infernal regina,
io credo che li veghi e che li senti.—
     Ed ella a me:— Perché ratta e festina
Ceres mi manda, per fretta non posso
60appien de’ venti darti la dottrina.
     Ma sappi che la terra dentro al dosso
ha gran caverne, meati e gran grotte,
ove li venti stanno in vapor grosso.