Nata nel mare giú tra l’acqua salza,
de li membri pudendi, e tra le schiume,
qual è quella superbia, che t’innalza?
Madre e maestra d’ogni rio costume, 140pártite e vanne al regno tuo, lá dove
ogni tuo atto è vano e torna in fume.
Tu lodi il tuo figliuol, che ferí Iove;
ma non fu il vero: Iove anche è diverso
da quel che il cielo ed ogni effetto move. 145Quel sommo re, che regge l’universo,
porta odio a te e ’l tuo figliuol descaccia,
sí come falso amor, rio e perverso.—
Come chi scorna, ch’abbassa la faccia
e mormorando seco il capo scuote, 150mostrando irato e con segni minaccia;
cosí Ciprigna con le rosse gote
partíssi quindi ed al figliuol ricorse,
come chi sé vendicar ben non puote.
E giá ad Ilbina sarebbon trascorse 155le fiamme e ’l sacro foco insino al core,
se non che Palla il suo scudo gli porse,
che ha tanta virtú, tanto valore,
che ogni fiamma di Cupido ammorta,
ogni atto turpe ed ogni folle amore. 160E questo scudo, che Minerva porta,
è di cristallo e ’l capo gorgoneo
ha sú scolpito di Medusa morta,
vinta per forza e ingegno di Perseo.