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capitolo vii 39

     Se tu non m’hai pietá, non ti sia noia
almen ch’io t’ami; e questo sol domando,
se tu non vuoi ch’io manchi ovver ch’io muoia.
     Io prego il sacro Amor ch’io veggia il quando
140ferisca te e costrengati tanto,
che sii, com’io, soggetta al suo comando.—
     Quand’ella questo udí, si volse alquanto
e disse, vòlta a me, alzando il grido:
— Mai si potrá Amor di me dar vanto.
     145Tutta la forza del crudel Cupido
metto a dispetto e le saette e ’l foco,
ed anco alla battaglia io lo disfido
     ch’egli abbia possa a innamorarmi un poco,
e del vano arco, il qual portare egli usa,
150secura io me ne vo in ogni loco.
     Il petto mio trasmutato ha Medusa
contro l’Amor in sasso e ’n dura pietra,
ed a piacergli ha ogni porta chiusa,
     sí che suoi dardi e sua vile faretra
155niente curo; e bench’egli mi fera,
il colpo suo mia carne non penètra.—
     E perché ogni ninfa è piú leggera
assai che l’uomo, da me dipartisse,
correndo come veltro ovver pantera,
     160e ’nsin che fu a Diana, non s’affisse.