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Frezzi etc., che, condotta con metodo affatto nuovo, pur non rispondendo a tutte le esigenze della critica moderna, superò tutte le altre. Di essa, che fu l’unica edizione del poema nel 700, dirò meglio in séguito. Basterá qui ricordare che, quando si volle nel secolo successivo ridare alla luce il Quadriregio, non si fece che riprendere il testo folignate e ripresentarlo quasi tal quale sotto una veste tipografica piú moderna. Cosí si ebbero i due Quadriregi, pubblicati nel 1839 dall’Antonelli di Venezia e inseriti, con lievi differenze, nella doppia collezione in formato diverso del suo Parnaso classico italiano.

II

La fortuna di questo poema non è tutta nelle sue redazioni manoscritte e nelle sue ristampe. Se nel sec. XVII esso non fu cosí letto e studiato come nei secoli precedenti, sorse appunto in quel tempo la famosa controversia sulla sua paternitá per opera del Montalbani, allora possessore del codice ora 989 dell’Universitaria bolognese. E l’affermazione gratuita di lui, che il Quadriregio fosse opera del Malpigli, passata dapprima inosservata, accolta poi senza discussione anche dai maggiori letterati del primo Settecento, provocò le piú ampie riserve da parte del Crescimbeni e suscitò un grande rumore e una grande attivitá nel seno dell’accademia folignate dei Rinvigoriti, fintanto che il Canneti, che ne era magna pars, pubblicò nel 1723 la sua nota Dissertazione, nella quale con abbondanza di argomenti restituiva il poema al suo legittimo autore Federico Frezzi. Seguí a breve distanza la ristampa folignate, cui si è accennato, giá preparata da gran tempo dalla stessa accademia con la collazione di piú codici ed edizioni precedenti, e accompagnata da un ricco corredo di commenti del Pagliarini, del Boccolini, del Canneti stesso e dell’Artegiani, che diede anche il primo e maggiore impulso alla ricerca delle fonti del poema frezziano. E si deve a quell’importante e raro lavoro collettivo del primo Settecento, se il poema tornò ad essere oggetto di studio da parte del Palermo, del Marchese, del Rajna e del Mazzi, che ne parlarono nei loro scritti; se nel 1878 fu compreso fra i testi spogliati e citati dalla Crusca nel suo Vocabolario; e se in