L’aspere ninfe della dea foresta
non l’han saputo aver, ma s’è fuggito:
però è degno che perdan l’inchiesta.—
Quando quel cervio presso a lei fu ito, 140d’un fiero dardo gli passò la spalla,
tal che egli a terra cadde giú ferito.
Come che gente alcuna volta balla
per la vittoria, che giá aver si spera,
e poi si scorna se l’effetto falla; 145cosí fên quelle, ché Lisbena, ch’era
dall’altra parte, disse:— Abbi memoria,
o dea Diana, della nostra schiera:
fa’ che le ninfe tue abbian la gloria
di questa caccia, acciò che non sia ditto 150ch’altri che tu ne’ boschi abbia vittoria.—
Per questo il cervio si levò su ritto;
ché quelle di Iunon non eran corse
insino a lui, ma sol l’avean trafitto.
Poi per la costa giú correndo corse 155per gire al fonte, che stava a rimpetto;
ma Lisna, quando di questo s’accorse,
un legno attraversò ’n un passo stretto
lá onde convenía ch’egli passasse;
e quel correndo vi percosse il petto. 160Lisbena in quello d’un dardo gli trasse
nel fianco manco e passò l’altro canto,
onde convenne che ’l cervio cascasse.
L’aspere ninfe s’allegraron tanto,
quanto si possa dir, ognuna certa 165che d’aver vinto si potea dar vanto.
Tagliôn la testa, e di bei fior coperta
portavanla a Diana, e lei fe’ segno
che a dea Iunon ne facessero offerta.
Ella accettò con aspetto benegno: 170Lippea e le compagne il volto basso
tenean d’ira e di vergogna pregno,
ché ’l lor pensier era venuto in casso.