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Naturalmente, fra tutti codesti codici, i piú importanti sono quelli redatti nel 400, di cui occorrerebbe stabilire la genealogia, per poter rintracciare il piú antico e il piú vicino all’autografo frezziano, che non si conosce; ma l’impresa è per molte ragioni difficile, e non so se troverá mai uno studioso di buona volontá, che se l’assuma e l’assolva.
Quanto poi alle stampe del poema, la serie cominciò alla fine del sec. XV con la Perugina, fatta da Stefano Arns, nel 1481, in caratteri gotici, intitolata Quatriregio del decurso della vita umana, esemplata sul cod. Palat. 343 e fornita dell’attribuzione a Federico vescovo di Foligno: bella, ma non poco scorretta. La seconda è quella apparsa nel 1488 a Milano pei tipi di Antonio Zarotto, anch’essa in caratteri gotici, con lo stesso titolo e con la stessa attribuzione, e quindi figlia legittima della Perugina precedente. Seguí quasi certamente un’edizione fiorentina senza data e senza nome d’impressore, in caratteri rotondi, con titolo e attribuzione uguali alle altre, ma con indizi di affinitá maggiore alla Perugina e con qualche notevole novitá, di cui non si può stabilire la provenienza. La quarta ristampa si ebbe nel 1494 a Bologna per opera di Francesco De Regazonibus, che non fece altro se non ricalcare le orme dell’anonimo editore fiorentino, e di suo aggiunse soltanto il titolo isolato nel r. della prima carta: Libro chiamato Quatriregio del decorso della vita umana in terza rima.
Alle quattro edizioni quattrocentesche tennero dietro tre altre nel primo 500, e sono: quella impressa nel 1501 a Venezia da Piero da Pavia e discendente dalla Bolognese, quantunque presenti molti errori tipografici ed abbreviature in piú; quella uscita a Firenze nel 1508 per cura intelligente di Piero Pacini da Pescia, col titolo Quatriregio in terza rima volgare, cioè del Reame temporale e mondano di questo mondo etc., in caratteri rotondi e con la stessa attribuzione delle altre, ma anche con molte pregevoli silografie e con molti utili richiami in margine, e assai piú corretta e moderna della Fiorentina senza data, che l’editore sembra abbia tenuto presente; e la seconda ristampa veneziana del 1511, fatta da editore ignoto, scorrettissima e con indizi manifesti di discendenza diretta da quella del 1501.
Dopo codeste edizioni, il poema giacque dimenticato per piú di due secoli, e solo nel 1725 apparve una nuova ristampa pei tipi di Pompeo Campana di Foligno, in due volumi e col doppio titolo di Quadriregio o poema de’ quattro regni di monsignor Federigo