E prete Bonzo ha per te satisfatto
el dever tuo, ed ito tre viaggi; 30e le sue messe ancor ti tran piú ratto.—
Resperso tutto di celesti raggi,
con quegli angeli insieme in ciel sen gío
al Ben supremo e sempiterni gaggi.
E prete Bonzo ben conosceva io 35per peccatore; e però ammirai
che Dio esaudisse un cosí rio.
Per questo la Speranza domandai:
— Come chi ’n caritá non è fundato,
può satisfar per queste pene e guai?— 40Ed ella a me:— Tu sai ben che ’l peccato
è fare o ir contra divina voglia:
però giammai a Dio pò esser grato.
Come che pianta mai frutto né foglia
potrebbe far, remossa la radice, 45cosí chiunque è che caritá si spoglia.
E, se fa ben alcuno ovver che ’l dice,
giovar li pò al ben, ch’è temporale,
ma non mai all’eterno ovver felice.
E, quando alcuno, ch’è in pecca’ mortale, 50prega per quel ch’è ’n caritá unito,
a quello, per cui prega, giova e vale;
ché non per sé da Dio è esaudito,
ma per colui che prega e satisface,
che giá è eletto all’eterno convito; 55ché spesse volte il messo, che dispiace,
si esaudisce per colui che ’l manda,
o perch’e’ chiede cosa ch’altrui piace.
E spesse volte la buona vivanda,
perché all’infermo si darebbe invano, 60negata gli è, quand’egli la domanda;
la qual, se fusse data a chi è sano,
ed ei la prenda, el robora e conforta
in tutti i membri del suo corpo umano.