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370 libro quarto

     Soccorri tosto, o dolce nostra mamma,
65ed a pietá ver’ noi il Signor piega
per quello amor, che te di lui infiamma.
     Quando, o Regina, la tua voce priega,
nel cospetto di Dio è tanto accetta,
che nulla a tua domanda mai si niega.
     70O donna sopra ogni altra benedetta,
fa’ ch’a noi venga il benedetto Frutto,
che con tanto disio da noi s’aspetta.—
     Io stava ad ascoltar, attento tutto,
le lor parole e le piatose note,
75mostranti insieme l’allegrezza e ’l lutto.
     E parte ancor dell’anime divote
a coro a cor dicíen le letanie
con pianto tal, che mi bagnò le gote.
     Ed alcun gl’inni, alcun le psalmodie,
80alcuni il Deprofundo e ’l Miserere
dicíen con pianti e dolci melodie.
     Poi un gridò:— Oh! venite a vedere
un, che ’nsú sale ed ha viva persona:
e’ dentr’al foco ha le sue membra intiere.—
     85Come a messaggio, c’ha novella bona,
corre la gente ed ognuno el domanda,
ed ei risponde alquanto e non ragiona;
     cosí corríeno a me da ogni banda
spiriti eletti quivi a farsi belli,
90sin ch’a felice stato Dio li manda.
     — Noi ti preghiam— dicíen— che ne favelli;
dacché tu sei colle benigne scorte,
non hai timor sentir nostri fragelli.
     Se tu non hai gustata ancor la morte,
95dinne se ancor al mondo tornerai,
acciò che lá di noi novella porte.—
     La Spene e Caritá addomandai
se volíen ch’io parlasse, ed assentîro:
ond’io mi volsi a loro e m’arrestai.