E dentro nel rimorde coscienza,
sí ch’ancor serva in sé la via e ’l lume,
per la qual può tornar a penitenza,
e per cui possa intrar il sacro nume 65a suaderli ch’a virtú s’induca
e che lassi ogni vizio e mal costume.
E, perché ben la speme in te riluca,
io la diffinirò chiara ed aperta,
acciocché dietro a lei tu ti conduca. 70Speranza è un attender fermo e certo
delle cose celesti ed eternali,
che vengon per buoni atti e per buon merto.
Questa è l’áncora data alli mortali
fermar dentro al mar la navicella, 75mentre è in fortuna tra cotanti mali.—
Qui poscia pose fine a sua favella;
ed io alzai la testa e tenni mente,
perché lassú udía cosa novella.
Io udii voci ’n quella spera ardente 80del foco, il qual appresso soprastava,
e sospir gravi d’una afflitta gente.
Ed ella a me:— Lassú si purga e lava
il satisfar non fatto, e lí è ’l ristoro
del tepido, commesso in vita prava. 85In quella spera sú sta il purgatoro,
parte del regno mio: lí sta la Spene,
e piú lassú che altrove io dimoro.
Io son che li conforto tra le pene,
perché hanno speranza di venire, 90quando che sia, all’infinito Bene.
Vero è che la lor doglia e ’l gran martíre,
per buone orazioni e per indolto
di sante chiavi, si può sobvenire.—
Ed io a lei:— Or qui dubito molto; 95ché, se ’l peccato sta su nella voglia,
come senza ’l pentir può esser tolto?