100Cosí ed io, al cielo alzando il ciglio,
un’agnol vidi, ch’era innanzi a Dio,
il qual dicea per modo di consiglio:
— Ritorna, o peccatore, al Signor pio,
il qual perdona a chiunque si converte, 105purché si penta e non voglia esser rio.
Egli t’aspetta colle braccia aperte,
come padre il figliuol che si desvia,
che poi l’abbraccia, quando a lui reverte.
Perché ti parti ed obliqui la via? 110Ritorna a tua cittá e alla tua corte
coll’agnol diputato in compagnia.
Non vedi tu che quella vita è morte
che corre a morte, e quella vita è vita
che al vivere giammai serra le porte? 115Non vedi tu che l’alto Dio t’invita,
e, se ti penti e domandi perdono,
ti dará ’l cielo e la vita infinita?
Egli dell’esser uom ti fece dono,
perché suo fossi, e suo esser non puoi, 120se non ti mendi e non diventi buono.
E, se tu ’l tuo voler seguitar vuoi,
serai perduto; ché nulla ha fermezza,
se non in quanto ha ’l fundamento in lui.
Egli è quel padre che nullo disprezza, 125che a lui ritorni.— E, quando questo intesi,
della speranza io sentii la dolcezza,
e lacrimoso in terra mi distesi,
dicendo:— O padre, priego mi perdoni,
se mai io fui superbo e mai t’offesi.— 130Mille tripudi allor, mille canzoni
io vidi in ciel far della penitenza
del peccator e mille dolci suoni.
Ed una donna con gran refulgenza
dal ciel discese a me dal destro lato 135a consolarmi della sua presenza,