100nientemen da pochi ed idioti,
colla vertú del sacrosanto foco,
che dal ciel venne in lor petti devoti,
seminôn questo vero in ogni loco;
e questo è tal miracol, se ben miri, 105ch’ogni altro respective a questo è poco,
pensando che tra morti e tra martíri
corse alla fede il mondo, e li fedeli
non si curavan de’ tormenti diri.
Ed onde esser porría, se non da’ cieli, 110che ’n cosí poco tempo tanta schiera
credesse a noi tra le pene crudeli?
E, per provare ancor la fede vera,
permise Dio che ’l maladetto drago,
che sempre adopra che la fede pèra, 115unisse la sua possa a Simon mago
e mostrasse miraculi e gran segni,
non però ver, ma ’n apparente imago,
e ch’egli commovesse in molti regni
piú altri nigromanti e suoi satelli 120contra la fede con forza ed ingegni.
Allor li cavalier pochi e novelli,
dodici e pochi piú, fên resistenza
tal, ch’elli confutôn tutti i ribelli.
E, perché sappi di quant’è eccellenza, 125quanto a Dio piace e quanto merto acquista
la vera fede con ferma credenza,
ella è che ’nsino al ciel alza la vista
e vede il premio, il qual alla fatiga
fa esser forte, perché si resista. 130Ella è che vince la triplice briga
del mondo, del dimonio e sensuale;
e la vittoria è ben che ’l mondo affliga.
Ell’è che mostra la pena infernale
a’ peccatori e col timor gl’induce 135a far il bene ed a lassare il male.