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CAPITOLO XIV
L'autore vede il tempio della fede, e gli appare san Paolo,
il quale gli ragiona di questa virtú.
In su ’l partir che fe’ la bella Astrea,
mi disse la primaia di sue dame,
fulgurando una luce come dea:
— Se tu l’aiuto pria da Dio non chiame,
5non ti sperar potere andar giammai
alle Vertudi del quinto reame.—
Per questo gli occhi al cielo io dirizzai,
dicendo:— O Maiestá, sempre invocanda
nelli principi e negli atti primai,
10chiunque verso alcun fin senza te anda,
siccome cieco convien che cammine,
se pria l’aiuto da te non si manda.
Dell’altre tre vertú tu sei il fine
e segno o «Alfa» ed «O»; e son per questo
15«teologiche» ditte ovver «divine».—
Allor vid’io uno splendor celesto
venirmi al volto alquanto da lontano,
che quel ch’or dico, mi fe’ manifesto.
La statua grande vidi in un gran piano,
20che vide giá Nabucodonosorre,
significante ogni regno mundano.
Er’alta vieppiú assai che nulla torre
e forse piú che non fu quel cavallo,
che fe’ da’ greci la gran Troia tôrre.
25E di fin oro aveva il capo giallo,
le braccia e l’orche e ’l petto aveva bianco
di puro argento senza altro metallo.