E nullo vinclo debbe esser maggiore,
e nullo amor piú stretto e piú eccellente
che dalla creatura al suo Fattore. 100Però chi ’l tronca e chi v’è negligente,
veder si puote in quanta offesa cade,
chi nol frequenta o chi non gli è obbediente.
Questo primaio amor prima pietade
disson gli antichi, e che ’l culto divino 105è la prima vertú, prima bontade.
Però il re Priámo e ’l buon Quirino,
ed Alessandro in pria fenno li tempii,
e Salomone el coprío d’oro fino.
Ed, offerendo, al vulgo dienno esempii; 110e chi non frequentava il divin còlto,
chiamavano crudeli, iniqui ed empii.
Ma ora è sí negletto e sí rivolto
a Satanasso per diverse vie,
che, piú che a Dio, a lui si volta il volto. 115Con superstizioni e con malie
or son fatti teatri i sacri lochi
a vagheggiarvi e farvi ruffianie.
Quanti Iasoni e quanti re Antiòchi
lo imbruttano ora, e Dionisi e Varri 120son stupratori degli eterni fochi!
I filistei riposono in sui carri
l’arca di Dio, per non inviziarse,
e tanto mal che di lor non si narri.
La barbaresca man, che sangue sparse 125giá tanto in Roma, che destrusse e incese
i gran palagi e il Capitolio arse,
fu reverente ai tempii ed alle chiese;
ché chiunque fuggí a quelli de’ romani,
fu libero da morte e dall’offese. 130Io ho toccati questi esempli strani
degl’infideli, e questo ho posto solo
per emendar li crudeli cristiani.