Sesta è Vendetta e l’animo severo
con la compassione al cor unita,
tardo al tormento e non troppo austero;
ché chiunque vuol che colpa sia punita, 140se non ha emenda, molto offende ed erra,
ché Dio non vuol la morte, ma la vita.
Però ’l divino fòro a niuno serra
la porta di piatá, s’egli si pente
con umiltá inginocchiato a terra. 145Ma, perché ’l malfattore spesso mente,
dicendo:— Io son pentito—, l’altro fòro,
cioè ’l civile, adopera altramente;
ch’ogni scienza ed arte ovver lavoro
prendon diversitá dalli lor fini, 150alli quai prima elli ordinati fôro.
Il civil fòro ha ’l fin che medicini,
governi e purghi il corpo del comune,
che per li viziosi non ruini.
Per questo egli usa spada, fuoco e fune, 155sbandisce e taglia e mai non dá speranza
che chi è reo possa andare impune.
E, benché pianga e chiegga perdonanza,
non vuol udir; ché chi è predon o fura,
s’è liberato, e’ torna a prima usanza. 160In questo modo la legge assecura
el viver lieto e i buoni e vertuosi,
e li cattivi scaccia ed impaura.
Se questi detti miei tu ben li chiosi,
concluderai che la legge fu fatta 165pe’ trasgressor al buon viver noiosi,
e fu da’ virtuosi in prima tratta.—