100E queste tre faríen poco o niente,
se non che ognuna parturisce e figlia
altre Vertú, che fanno esser prudente.
Però la quarta è Vertú che consiglia,
la qual la Provvidenza mena seco, 105che senza consigliar sempre mal piglia;
ché, come senza guida cade il cieco,
cosí conven che l’uom, andando, tome
senza consiglio e ch’erri come pieco.
Solerzia la quinta ha poscia nome, 110cioè sollicitu’ ingegnosa ed arte:
quest’è che trova il fine, il perché e ’l come;
ch’ogni voler, che da casa si parte
per voler camminar agli alti fini
di Iove ovver d’Apollo ovver di Marte, 115convien che sia ingegnoso e che festin
e che la possa e che li modi trovi
che al proposto fin ben si cammini.
Alquanto ancora addietro gli occhi movi
alla vertú che Provvidenza è detta, 120acciò ch’anco di lei udir ti giovi.
Convien ch’ella sia cauta e circumspetta;
e però è Cautela l’altra luce,
la qual provvede al mal che si suspetta;
ché non è saggio ovver prudente duce 125chi spregia il suo nemico o chi nol teme,
ché timor senno e prudenza produce.
L’altra donzella, che con lei sta inseme,
è qui chiamata Circumspezione,
d’Intelligenzia ancor secondo seme. 130Ella è che gli atti e la condizione
e ’l quanto e ’l come, mesurando, attende
e li subiti casi e le persone.
Docilitá è l’altra che risplende,
cosí chiamata, ovver ingegno buono, 135se d’uso e di scienza ben s’accende.