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CAPITOLO X
Delle specie ovvero delle parti della prudenza.
Dietro al mio cittadino avea lo sguardo,
quando Prudenzia disse:— Ormai ti volta
a veder l’altre cose, e non sie tardo.—
Come scolaio che ’l suo mastro ascolta,
5io stetti attento e piegai le mie braccia,
mirando lei con riverenzia molta.
Ed ella a me:— Io voglio che tu saccia
che lo mio offizio è quadripartito,
ché a quattro fin dirizzo la mia faccia;
10ché la prudenza, di cui hai udito,
fatta è da Dio che guidi e signoregge,
sí come imperator bene obbedito.
Però il prudente pria se stesso regge;
ché, se alcun non guida ben se stesso,
15mal reggerá la sua subietta gregge.
E, come il Genesis ne dice espresso,
l’appetito lascivo all’uom subiace,
sí come servo a signor sottomesso.
Il fin di questo è ch’alla somma pace
20gli occhi dirizza ed attura l’orecchia
alle lusinghe del mondo fallace.
E nell’ultimo fin sempre si specchia,
io dico in Dio, ed anco indietro sguarda
al tempo che trasvola e sempre invecchia.
25L’altra prudenza, presta e non mai tarda,
icomica si chiama, c’ha ’l governo
della famiglia e la sua casa guarda.