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CAPITOLO VIII

Nel quale la Fortezza scioglie un dubbio dell'autore,
e appresso incominciasi a trattare della prudenza.

     L’intelletto dell’uom, che mai non posa,
che sempre cerca e sta ammirativo,
sinch’e’ non trova la cagion nascosa,
     dicea fra sé:— Nel loco sí giolivo
5come star puote chi non si battezza
o non credette in Cristo, essendo vivo?—
     Però addomandai la dea Fortezza:
— Come qui ’n questo loco tanto ameno,
di tanta festa e di tanta dolcezza,
     10stan questi che ’l battesmo ebbono meno?
Non so se fuor del cielo è luogo al mondo,
che sia sí bello e di letizia pieno.—
     Ed ella a me:— Tu cerchi sí profondo,
che scusata serò, se bene aperto
15alla domanda tua io non rispondo.
     Ma sappi in prima, ed abbilo per certo,
ch’ogni male da Dio será punito,
ed anco addolcirá ogni buon merto.
     Ma del voler di Dio, ch’è infinito,
20quanto a cercar alcun piú vi s’affanna,
tanto pel grand’abisso va smarrito.
     Se li non battizzati egli condanna,
sol che li tien per sempre del ciel fòre,
per questo non gl’iniuria e non gl’inganna;
     25ché quei, che ebbon di vertú ’l valore,
di pena sensitiva non martíra,
s’altro peccato non dá lor dolore.