a cui die’ ’l nome la vinta Cartago,
l’Affrica subiugata ed Anniballo,
che contra Roma fu peggior che drago.
L’altro è che ’l gran francioso da cavallo
gittò a terra, e detto fu Torquato 105dal torque, che gli tolse, argenteo e giallo.
Mira Camillo, il forte Cincinnato,
il qual fortezza e vertú fe’ sí grande,
ch’andò al triunfo, tratto dell’arato.
Se di quegli altri tre tu mi domande, 110che vanno inseme, a cu’ il figliol di Iove
del raggio a lor fa ’n capo tre grillande,
quello, che i passi innanzi agli altri move,
è ’l sovran re di Francia Carlo Magno,
che contr’a’ sarracin fe’ le gran prove. 115L’altro, che va con lui come compagno,
è ’l valoroso Boglion Gottifredo;
che della Terrasanta fe’ ’l guadagno.
Il sepolcro di Cristo e ’l santo arredo
ei conquistò; ed ora l’ha ’l soldano, 120non iusto possessor, ma come predo.
Il terzo, ardito, con la spada in mano
è ’l re Artus, e i suoi atti pregiati
nomati son da presso e da lontano.—
E giá la dea a me avea mostrati 125li gran troiani ed anche li gran greci,
che eccellenti e forti erano stati,
e detto avea de’ Fabi e delli Deci;
quando vidi un con molta gente intorno:
ond’io a domandar oltra mi feci: 130— Chi è colui, che ’l raggio ha tanto adorno,
o dea Fortezza, che sí come ’l sole
faría la notte parer mezzogiorno,
e che di fiori, rose e di viole
li spargon sopra il petto e sopra il viso, 135sí come a’ novi amanti far si sòle?—