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292 libro quarto

     Io suadisco ciò che l’uomo onora,
65e vieto ciò che a lui è turpe e lado,
perché sua dignitá sia piú decora.
     Però la donna del settimo grado
è chiamata Onestá ed ha la vesta
tutta inorata sopra il bel zendado.
     70Vedi che tutte l’altre gli fan festa;
vedi che adorna tutte di splendore
della corona, ch’ella porta in testa.
     Com’io li desidèri di furore,
i quali rifrenar all’uomo è forte,
75tempro col freno dello mio valore;
     cosí è altra donna in questa corte,
Modestia chiamata, e tiene il loco,
che qui gli è dato nell’ottava sorte.
     Ella è che ’l modo pon tra ’l troppo e ’l poco
80negli atti esteriori, in fatti e in dire,
nel rider, nell’andar, nel prender gioco,
     in suntuositá e nel vestire;
e dove e quando, innanzi a cui e come,
oltra i termini suoi, non lassa ire.
     85Tra noi coronat’ha le bionde chiome;
Modestia è detta, perché serva il modo,
sicché ’l suo uffizio è consequente al nome.
     In questo regno, nel qual io mi godo,
sta la Vergogna ovver l’Erubescenza;
90la qual non per virtú però la lodo,
     ma perché è freno e perché ha temenza
di fare il lado; e questo è atto buono
e che mena a virtú, se ha permanenza.
     Ma ’n quei che saggi o che antichi sono,
95perché debbono il capo aver esperto,
il vergognarsi trova men perdono.
     Però Vergogna in testa non ha ’l serto
perché non è virtú, come siam noi,
che ’l capo di corona abbiam coperto.