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284 libro quarto

     Ivi ogni senso si rallegra e gode,
alla verzura si conforta il viso,
l’orecchie a’ canti degli uccelli, ch’ode.
     Rallegra tutto il cor quel paradiso;
140ivi ogni cosa intorno m’assembrava
un’allegrezza di giocondo riso.
     La doppia scorta, la qual mi guidava,
si movea innanti, ed io seguía lor piante
e con diletto lá e qua mirava.
     145E, quando fummo andati alquanto avante,
trovammo in giro un ampio ed alto muro,
ch’avea le torri di duro diamante.
     Elia mi disse:— Qui l’intrare è duro,
se l’uomo in prima non si gitta a terra
150e se:— Peccai— non dice col cuor puro.
     Allor colei, che la porta apre e serra,
gli dá l’entrata e fagli anco la scorta;
e chi senza lei andasse, il cammin erra.
     Ella ti menerá sino alla porta;
155dentro la Temperanza troverai,
che gl’impeti rifrena e ’l troppo accórta.—
     Per questo al duro muro m’appressai.