E, perché amore i duo amanti adegua,
abbassa i grandi ed, a viltá condutti,
convien che altra colpa ne consegua;
ché si fan femminili e fansi putti, 140mostrando amore; e di questo poi nasce
la bestialitá e gli atti brutti.
E, perché Venus si notríca e pasce
di Bacco e Cerer, ch’ogni virtú enerva
e fa l’infermitá con le sue ambasce, 145il corpo infermo e la mente fa serva
e fálla oscura, e quella parte toglie,
ove si posa e risplende Minerva.
In questa mota qui tra queste troglie
stan li nefandi e vili ermafroditi, 150che, essendo maschi, altrui si fecen moglie.
E i lor mariti ancor qui son puniti
e posti meco qui tra queste mote,
e tutti siam di duri archi feriti;
ché questa è iusta pena, se ben note, 155ché quel ch’è amato dall’amor lascivo
è l’arco e la saetta, che percuote
il cor del tristo amante, quando è vivo;
e l’atto consumato è ’l brutto fango,
il qual infastidisce e viene a schivo: 160ed io qui questo in sempiterno piango.—