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268 libro terzo

     L’altro è chi stupra, losinga o molesta
le vergin sacre del santo collegio,
30che fu giá in Roma nel tempio di Vesta.
     E questo male è detto «sacrilegio»;
ché quella cosa, ch’è dicata a Dio,
s’imbrutta o sforza e trattase in dispregio.
     E l’altro male ancor nefando e rio
35è con parenti, ed è chiamato «incesto»,
ché macula l’amor onesto e pio.—
     Quand’io diceva:— Quanto mal è questo!—
vedemmo dalla lunga Citarea;
ond’ella andò piú ratto ed io piú presto.
     40Dimonio ella mi parve e none dea,
quando la vidi, e non pareva bella
com’era, quando apparve al iusto Enea.
     Di fuor adorna avea la sua gonnella;
e, quando la scoprii, sí brutta fiera
45mai vista fu sí come pareva ella.
     Minerva a me:— Questa puttesca cèra
nel mondo è bella solo in apparenza,
che fa la cosa falsa parer vera.
     E qui rassembra la Concupiscenza;
50e però ’l nome del pianeto piglia,
che sopra quella parte ha piú influenza.
     Cupido è il primo mostro, ch’ella figlia,
il qual è fanciullesco, stolto e cieco
in quella parte, che nell’uom consiglia.
     55Egli è che verso Dio fece esser bieco
giá Salamone, ed Aristotil prese
sí, che fu cavalcato come pieco.
     E, benché paia saggio nel palese,
Cupido nel secreto e luoghi occolti
60è come un pazzo e fa le grandi offese.
     Egli esser fa li saggi matti e stolti,
e fanciulleschi quei dell’etá vecchia
negli atti turpi, lascivi e disciolti.