— Dov’è Filena bella, onesta e saggia?
Per lei cercato ho il bosco in ogni canto,
e gito in ogni scheggia, in ogni piaggia.—
Ella rispose con singolti e pianto: 140— Piú non appar la misera tapina;
come tu contra lei errato hai tanto?
Quella biforme bestia, ch’è caprina,
dianzi venne a noi, correndo in fretta,
’nanti alle ninfe ed alla lor regina, 145e mostrò lor lo dardo over saetta,
che balestrò Filena a te dal monte,
e la scrittura «Io t’amo» è tutta letta.
Per la vergogna ella abbassò la fronte,
e dea Diana, a grand’ira commota 150contra Filena, stante a braccia gionte,
gli die’ dell’arco in testa e nella gota;
e poiché l’ebbe dispogliata nuda,
disse alle ninfe:— Ognuna la percota.—
Allor ciascuna verso lei fu cruda. 155Ridea colui che fatto avie l’accusa,
quel reo biforme maladetto Iuda.
Poscia cosí spogliata e sí confusa
ad una quercia grande fu congiunta,
che sempre debba stare ivi rinchiusa. 160E quivi vive e sta quasi defunta;
e mille volte fu percossa ancora
drento alla pianta; e quando ella è trapunta,
ad ogni colpo n’esce il sangue fuora
e l’arbor bagna; e quando il colpo giunge, 165grida piangendo:— Omè, omè, m’accora!—
Udito io questo, ambe le mani e l’ugne
mi diedi al volto e tenni basso il viso
e non parlai, che il gran dolor, che pugne,
parlar non lassa, quand’ha ’l cor conquiso. 170Poscia, sfogati gli occhi lagrimosi,
con voce fioca e col parlar preciso,
sí come or seguirá, io gli risposi.