Pagina:Frezzi, Federico – Il quadriregio, 1914 – BEIC 1824857.djvu/247


capitolo ix 241

     Su troverete ciò ch’all’uom diletta,
su senza morte è sempiterna vita,
su sta la securtá non mai suspetta.—
     Io mi credea che tutti a tanta invita
140salisseno correndo insú devoti,
bench’assai dura fusse la salita.
     Ed io ne vidi pochi tardi e pioti
e gravi andar sí come Idropisia
e come infermi e d’ogni fervor vòti.
     145Quando poi rimirai all’altra via,
benché fusse lotosa e pien di spine,
per quella quasi ognun ratto corría.
     E, perché su per quella ognun cammine,
stavan demòni con coron d’ortiche,
150che conduceano altrui a mortal fine.
     Tra le punture e tra le gran fatiche
andava ognun sollicito e giocondo
e con gran festa alle cose impudiche.
     E, quand’io vidi i servitor del mondo
155servir senza gravezza e con disio
e li serventi a Dio con tanto pondo:
     — Di questo il tipo— dissi nel cor mio—
fu quando Iuda andò ratto e festíno
a tradir quel che fu ver uomo e dio,
     160e vigilante andò fin al mattino;
e Pier nel ben non vegliò solo un’ora,
ma stava dormiglioso a viso chino,
     quando Cristo gli disse:— Sta’ su ed òra:
non vedi Iuda tu, il qual non dorme,
165ma ratto corre al mal e non dimora?—
     E questo esemplo al ver tutto è conforme.—