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CAPITOLO VII
Ove trattasi del vizio dell'avarizia.
Io stava ancora a quel dragone attento,
a cui, mangiando, fame cresce tanto,
quanto a sei cifre crescerebbe un cento,
quando la dea mi disse:— Or mira alquanto
5a quella lupa cruda, che ha la ’nvoglia
sí preziosa e sí adorno il manto.
Ben converrá che, quando ella si spoglia,
la sua bruttura ed i figliol dimostri,
che parturisce sua bramosa voglia.—
10Allor mirai e vidi cinque mostri,
quand’ella si spogliò il bel mantello,
ch’avean diversi volti e vari rostri.
Il primo avea il viso umano e bello;
e quanto piú venía verso la coda,
15tanto era serpentino e rio e fello.
Minerva disse a me:— Quella è la Froda,
che guastò il vero amore e vera fede,
che fa temer che l’un l’altro non proda.
Quell’altro mostro, che dietro procede,
20che ha faccia umana e lingua tripartita
e che trascina il petto e non sta in piede,
è quella biscia maladetta ardita,
che nacque prima del drago crudele,
che diede morte, promettendo vita.
25Il terzo mostro, che ha in bocca il mèle
e porta nella man la spada nuda
nascosa dietro, sol perché la cele,