100Quegli è il milanese Barnabò;
ma tosto mostrerá Fortuna il gioco,
com’ella sòle e s’apparecchia mò.
L’altro, che sale dietro a lui un poco,
è suo nipote, il qual del reggimento 105il caccerá e sederá in suo loco.
E quanto ad una cifra cresce il cento,
cotanto accrescerá il biscion lombardo
e di Toscana fie in parte contento;
se non che ’l giglio roscio, c’ha lo sguardo 110sempre a sua libertá, contro lui opposto
fará che ’l suo pensier verrá bugiardo.
Nella seconda rota in cima è posto
Cola Renzo tribuno, ed è salito
nel colmo, ond’altra volta fu deposto. 115Ma stato è troppo folle e troppo ardito,
c’ha presa la milizia su nel sangue
de’ principi roman tanto gradito,
per che Colonna ed altri ancor ne langue;
ma tosto Roma a lui trarrá il veleno, 120c’ha nella lingua il malizioso angue.
Nel primo cerchio, che si volge meno,
stanno li duci che si mutan spesso:
però da ogni parte n’è sí pieno.
E quel, che sale al sommo ed è sí presso, 125tre volte a quella ruota gira intorno,
e su e giú tre volte será messo.
Egli è chiamato Antoniotto Adorno:
Genova bella, nella quale è nato,
metterá ne’ malanni e nel mal giorno. 130Nel quinto cerchio lá dall’altro lato
regina sta magnifica Ioanna
col capo di Sicilia incoronato.
Ma la Fortuna, che ridendo inganna,
mostrerá a lei ed a quel che sal poi, 135che chi in lei fida, sta in baston di canna.