Altramente il superbo ovver l’avaro 65estima alcuna cosa, ed altramente
l’animo buono e di vertú preclaro.
E secondo l’etá cosí la gente
credon le cose, ed altramente estima
chi porta l’odio che chi d’amor sente. 70La puerizia ovver l’etade prima
errando crede che solazzo e gioco
tra tutti i ben sovran tenga la cima.
E, poiché quell’etá tramuta loco,
dietro all’amor ne va l’adolescenza, 75e i ludi giá passati estima poco.
Nell’etá terza, c’ha piú conoscenza,
reputa i giochi e l’amor esser vano,
e solo estima onore ed eccellenza.
Poi nella quarta etá dal capo cano 80s’avvede ch’ogni etá era ingannata,
e pone all’avarizia allor la mano.
Se, quando è su la morte, addietro guata,
il cammin della vita, il qual è ito,
gli pare un’ombra o cosa non mai stata. 85Svegliasi quando del mondo è partito,
e vede ciò c’ha tempo esser menzogna,
rispetto all’eternal, che è infinito.
Sí come spesso avvien, quando alcun sogna,
che, mentre dorme, gli par manifesto 90aver dell’oro in man quanto bisogna,
e, quando torna in sé e ch’egli è desto,
e’ qui si scorna e dice nel suo core:
— Oimè! oimè! perché non fu ver questo?—
cosí l’anima umana, quando è fuore 95della sua carne, allor ella comprende
che il mondo è sogno, e conosce il suo errore.
Iti eravamo omai quanto si stende
quell’ampia valle, e noi trovammo un colle,
che ben duo miglia su da alto pende.