Il tempo e ’l ciel, che sopra voi è vòlto,
è una cosa, e, non voltando il cielo,
ciò che da tempo pende, saria tolto:
fatica, fame, sete, caldo e gelo, 140e ciò che segue al moto alterativo,
morte e vecchiezza col canuto pelo.
E, non voltando, l’uomo saria vivo
e volontá e la virtú, che ’ntende,
ed ogni senso arebbe piú giulivo. 145Qui quel che disse l’agnol, si comprende,
quando iurò per l’alto Dio vivente:
«Mai non sará piú tempo, ovver calende,
ed ogni verbo avrá solo il presente,
e cesserá il preterito e ’l futuro, 150e ciò, che or corre, sará permanente»;
e nell’Apocalisse è questo iuro.—