25Signor e Dio, se Abraam o Lotto
in Sodoma e Gomorra tu non trovi,
cioè nel mondo a tanto mal condotto,
perché tu ’l foco e ’l zolfo giú non piovi?
e se tu odi tante a te biasteme, 30perché a fulminar Vulcan non movi?
perché tu non disfai il crudel seme,
peggior che Licaon e che i giganti,
se non che lor fortezze son piú sceme?—
Minerva in questo venne a me davanti, 35e non la conoscea che fosse quella;
ed una dea pareva alli sembianti.
Come che saggia e vergine donzella,
d’oliva e d’òr portava due corone,
talché mai ’mperator l’ebbe sí bella. 40Scolpito avea l’orribile Gorgone
nel bello scudo, ch’ella ha cristallino,
il quale porta e contro i mostri oppone.
Quando a lei fui e reverente e chino,
ella mi disse:— Dove andar intende 45l’animo tuo per questo aspro cammino?—
Risposi a lei:— Tra belli monti scende
Topino in Umbria, ed in quel bel paese,
sinché al Tevere l’acqua e il nome rende,
regna un signor magnanimo e cortese: 50egli mi manda a cercar un reame,
al qual Minerva m’invitò e richiese.
Ma, perché allor Cupido di tre dame
colle saette sue m’avea invaghito,
con quali e’ fa che fortemente s’ame, 55non accettai da quella dea l’invito,
ma dietro al folle amor con molti affanni,
sí come cieco, andato son smarrito.
Or ch’io mi so’ avveduto de’ suo’ inganni
e che ogni cosa si può dir niente, 60la qual vien men per correre degli anni,