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CAPITOLO I

Come la dea Pallade appare all'autore
e gli descrive la sedia e signoria di Satanasso.

     Febo la notte addovagliava al giorno
ed era in compagnia col dolce segno,
che prima fa di fiori il mondo adorno,
     quando a cercar mi misi il nobil regno
5di dea Palla Minerva, per comando
d’un mio signor magnanimo e benegno.
     E come alcun che parla seco, quando
va pel cammin soletto, faceva io,
e questo dicea meco ragionando:
     10— O alto re, monarca, o sommo Dio,
non vedi tu che ’l mondo va sí male
e quanto egli è perverso e fatto rio?
     Non vedi il vizio che la virtú assale?
E da che questo da te si comporta,
15o tu nol vedi o dell’uom non ti cale.
     Giá l’avarizia ha ogni pietá morta
ed ogni parentela ed ogni fede:
il vizio alla virtú serra ogni porta.
     Non vedi che superbia sotto il piede
20tien la giustizia e con orgoglio e pompe
s’è posta armata su nella sua sede?
     Non vedi tu che la lussuria rompe
le leggi di natura e che ’l corrotto
quel di novella etá poscia corrompe?