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96 | Delle Frascherie |
cenza cosparsa: e la maniera di questa si reputò non meno gioconda, che ragionevole dal popolo, il qual godeva di veder repressa in tal guisa l’odiosa insolenza de’ Patritij
1Si quis erat dignus describi, quod malus, aut fur,
Aut mœchus foret; aut sicarius, aut alioqui
Famosus, multa, cum libertate notabant.
Domate finalmente le forze popolari in Athene, e riduto il dominio all’autorità di pochi, ma di potenti huomini, raffrenarono in gran parte i Poeti la loro maledica temerità, sbiggottiti particolarmente dall’esempio d’Eupoli, fatto annegare da Alcibiade2. Non est facile in eum scribere, cui potest proscribere, disse Pollione appresso Svetonio.
In questo fu promulgata una legge, che non ardisse alcuno d’esporre al publico Carmi infami contra i vivi.
3Sed in vitium libertas excidit, & vim
Dignam lege regi, lex est accepta, chorusque
Turpiter obticuit, sublato iure nocendi.
Ma perche i Poeti havendo nella detratione habituate le lingue; esclusi dal lacerare i vivi, tolsero dalla Scena il Choro, in cui soleva la principal maledicenza fondarsi, & inventando in sua vece alcu-