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Fascio Secondo. | 93 |
Oceanum, quoties aliquid demoribus audent.
Qui curios simulant, & Bacchanalia vivunt.
Mostrò parimente impressi i motivi d’un furioso sdegno in quelle parole pur contra Roma.
1Et quando uberior vitiorum copia? quando
Maior avaritiae patuit sinus? Alea quando
Hos animos?
Ricevendo dunque la Satira più dallo sdegno, che altronde i suoi fondamenti, dirò hora, che questo genere nel suo scusabile, e necessario sregolamento è più di qualunque altro difficile; perché havendo, come disse Casaub.,2 qualche affinità con le favole de’ Drammatici, vien anche ad esser nelle agitationi de gl’affetti, e nella varietà delle cose perplesso, e versatile, è però capace di più stili.
Quì errano à tutto Cielo alcuni moderni Poeti, che fissatisi singolarmente nella testura, ò d’una Canzonetta Lirica, o d’un Oda, detta da essi Pindarica, ò un puro Berniesco all’Antica, credono d’esser perfetti Maestri d’una poetica imitatione; nella guisa, che frà i Pittori, l’uno crede di dar buon’odore della sua Arte; perch’elegge nel campo della natura