Uso è de’ Grandi, ma il Soldato ardito
Stenta, se vive, serve, se hà comando;
Se perde, hà male; se deve è spedito.
Non sà il meschin, perche maneggi un brando:
Corre incontro a la morte, e non sà dove,
Aspetta la Vittoria, e non sà quando.
Sotto il fervido Marte, e ’l freddo Giove,
Dai Penati domestici lontano,
Vero timor, falsa speranza il muove.
Se fa Gradasso il piè, l’Astolfo ha in mano;
Vestito di Guidon, non di Zerbino;
E ’n mezo a Ferraù sempr’è Tristano
Sempre in facende sudagli Frontino;
E sempre un Rodomonte ne la fame;
E sempre al companatico un Sobrino.
E sapete perche vote ha le brame?
Se de la Fame la Guerra è sorella,
È dover ch’una Suora un altra chiame.
Però disse in battaglia il Rè di Pella,
Se d’Alessandro hò stabile il sembiante,
Manca il mobil di Magno a la mascella.
E che direm del riposar d’un Fante?
Hà il suol per piume, e ’l molle Ciel per tetto,
Posa la testa, ove vagar le piante.
Marito de la Morte è stato detto,
Più che Fratello il Sonno de la Guerra;
Perc’han pari frà lor la Tromba, e ’l Letto.
Anzi tal’hor chi per dormir s’atterra,
Gli aperti lumi suoi non serra mai:
O non gl’apre giamai quando li serra.