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74 Delle Frascherie

Ma visto poi d’arme il Cavallo onusto,
     Ch’a suon di trombe infra il Canon marciava
     Sonò il Trombon, sparò il Canon di gusto,
O son pur io, dicea, viso di fava,
     Hoggi han fortuna gli Asini par miei;
     Et io sciocco Asinon mi lamentava.
Dir sanità l’Asinità potrei,
     Non vuò à morir, perch’Asino son nato
     E se v’andassi, Arcasino sarei.
A Guerre andrò quando non hò più fiato:
     Che de la pelle mia fatto un Tamburo,
     Darò morto poltron core al Soldato.
Meglio, Amici, è il campar ne l’habituro,
     Che habitar campi, i cori human consola
     Non la norma Pelea, mà d’Epicuro.
L’otio è Maestro del mal, la Pace è scola,
     Ove imparano ogn’or le Turbe tenere
     Il mal de la Lussuria, e de la Gola.
Meglio è Marte seguir, che star con Venere,
     E valor ne la Guerra incenerire,
     E viltà ne la Pace il covar cenere.
Le fortune a i meschin porta un ardire,
     Le fortezze ne i cor crea la sciagura,
     E dei nostri dolor gloria il soffrire.
Cede a Forza Ragione. Una bravura
     Regge il Mondo, e coregge, e ’n lui si gloria
     Non gir soggetta l’ordin di Natura.
Hoggi in battaglia è un’opra meritoria,
     Tolto honor, tolta vita, e Regno tolto
     Quel ch’in pace è vergogna, in guerra è gloria.