Per non parer ne l’ammazzar cattivo
Vuol far veder, ch’a generar è buono,
E che gradi di bene hoggi ha Gradivo.
Già fu cagion un bellicoso tuono
Il ratto di bellezza fulminante,
Hoggi effetti di guerra irati sono.
. . . . .
Fa scolare i Bicchier, Bacco a la sete,
E di doppio Scolar Marte è il Pedante
Voi, che d’ira venal l’Alma accendete,
E con la man che doppio sangue fura,
Per dar le piaghe altrui piaghe volete
Voi ch’osate atterrar de la Natura
Vostra il vigor, per rinforzar con Arte
Di posticcio Padron l’armi, e le mura.
Voi ch’ad altri acquistate, e havete parte
Ne l’altrui danno, e di sembianti ignoti
Fate uccisor, pria che nemico un Marte.
Dite infelici voi, dite idioti,
Perch’amate un rigor? perche vi piace
Da i Penati a penar torcere i moti?
Quando parte a la Guerra un huom audace
Non credo già, che la sua Madre dica,
Hor sì Figliuolo mio vattene in pace.
Ma dirà bene. Il Ciel ti benedica,
E vuoi lasciar questa tua Madre nuova
Per gir nel sen de la tua Madre antica?
Hoggi Hippolito alcun non si rinova:
E a ravvivar quel che di vita è casso,
Altro vi vuol Fratel, che chiara d’ova
Movea l’Asino un dì mesto il suo passo
Portando invidia à un bel Destrier robusto
Ch’a l’occhio del Padron si facea grasso