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52 | Delle Frascherie |
nelle sozzure d’un pacifico lusso, che moderati nell’ambitione d’una potenza bellica. Si commendarono parimente i Grandi d’un Europeo Senato, che animati più da forza di non estorte divitie, che da soccorsi d’una pietà colleggata, contra l’ingiurie d’una poderosa barbarie, le ragioni della loro sfidata libertà gloriosamente schermivano.
D’altri Prencipi, le Chimere del cui capo empievano di mostri l’Asia, si borbottarono confusamente da i curiosi Dicitori i seguenti pensieri.
Alcun di loro, diceva Stamperme, difendeva con l’arme un popolo, con pretesto di sottrarlo da l’altrui Tirrannide; mà se gli veniva in acconcio di domar gl’offensori, di dominar gl’offesi, havrebbe anch’esso havuto il zelo di Silla, ò di quel Lupo d’Esopo, che s’offerse per guardiano del parto alla Scrofa.
In altri, soggiungeva Ticleue, il lusso tirannico haveva quasi distrutte le proprie divitie, e gli agi de’ Sudditi, e perche i Signori di questa sciatta stimano più vergognosa la povertà dell’infamia, come che la povertà vieti l’essere a’ Grandi, e l’infamia non habbia in essi Tribunale che la giudichi, v’era alcuno, che con l’avanzo di pochi armati tentava la sorpresa di mura non custodite. La necessità, ch’è un gran patrocinio delle miserie humane, spezza ogni ritegno di legge; e come dice-