A la sete comun furano i rivi.
Mà se torce Aprile il piede,
Tosto riede,
A rotar di poche Lune;
Se di morte armi importune
Troncan al miser huom l’Alma, e la Pace,
Torna polve, ombra resta, un nulla giace.
Parte il Luglio, e già s’infrondano
Secchi arbusti,
Prasti adusti,
Piaggie nove homai fecondano;
Ecco abbonda
Di bei pomi il curvo legno;
E di prole hor nera, hor bionda
Già la sposa de l’Olmo il seno hà pregno.
Mà, se torce un Luglio il piede,
Tosto riede,
Al rotar di poche Lune;
Se di Morte armi importune
Troncan al miser huom l’Alma, e la Pace
Torna polve, ombra resta, un nulla giace.
Parte Autunno, e ‘l giorno adombrano
Nubi grevi,
Sparge nevi
L’erte cime a’ monti ingombrano:
Ecco fende
Tronchi alpini Africo fosco,
E se il foco i tronchi accende,
Del Verno reo vendicatore è il Bosco.
Mà, se torce Autunno il piede,
Tosto riede,