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Fascio Terzo. 275

     Che se spoglia regal più non possiede,
     Fà de l’orme plebee povera mostra;
     Così quà giù ne l’ultima partita
     Torna al nulla primier pompa di vita.

Bauci, che intenta a l’opra meritoria,
     Poste in ordine havea diverse cose,
     E di coglier ne l’horto hebbe in memoria
     Una insalata d’herbette odorose,
     Rucchetta, Indivia, Crispigno, Cicoria,
     Pimpinelle, Borragine, Acetose;
     Un Pagliariccio al fin; ma senza paglia,
     Nobilitò col titol di Tovaglia.

Stesa già la tovaglia grossolana,
     C’havea di grattacascio anco il modello,
     Dispose i Piatti in lei di Porcellana,
     Perch’usava mangiarvi anco il Porcello
     Quì la Vecchia distese a carovana,
     Noci, pere, Carote, e un Ravanello,
     Ma per levar de la Radice il fieto,
     Due Cipolle acconciar volle in aceto.

Comparve qui la Nespola brumale,
     Al cui frutto gentil Giove s’agguaglia,
     Perch’egli ancor qual Nespola regale,
     La corona tenea, premea la paglia.
     Certe Castagne ancor dieder segnale,
     Quanto il lor frutto à Viandanti vaglia,
     Che s’altri havrà di navigar talenti,
     La castagna in un sen genera i Venti.